Luglio 2021: una terribile storia già scritta
Da alcuni giorni è decorso il 21 luglio, una data dolorosa, difficile da dimenticare. Quel giorno, in diretta sulla TV di Stato, il Presidente Mario Draghi pronunciò parole che spaccarono il Paese, distrussero famiglie e amicizie.
“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini ti ammali, muori… oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, lui/lei muore.”
Mario Draghi, 21 Luglio 2021
Una menzogna, pura propaganda.
Questa fantasiosa narrazione giustificò il criminale obbligo alla vaccinazione; unica nazione in Europa a introdurlo, dal quale seguirono sospensioni lavorative, esclusioni sociali ma anche gravi violazioni dei diritti fondamentali.
Una frase che generò odio, divisione, dolore. Criminalizzò chi chiedeva solo di capire, di scegliere, di essere ascoltato. Io non dimentico. Non dimentico chi ha pagato un prezzo altissimo e chi ancora, ignaro o “costretto”, rischia ancora di pagarlo. Non dimentico l’inganno, chi lo ha tramato, chi ne ha enfatizzato il rilievo mediatico donando risonanza a istituzioni corrotte.
Oggi, 27 luglio
Ricorre l’anniversario della morte del dott. Giuseppe De Donno, un grande medico, eroico; iniziò efficacemente la cura anti-covid con il plasma iperimmune, pagando con la vita la sua “intromissione” in una storia già scritta… LINK.
Mi auguro quindi che questo testo possa invadere le case di tutti gli italiani raggiungere e risvegliare le loro coscienze, molte delle quali assopite dal torpore di mirate operazioni psicologiche, inflitte alle masse da politici e media. Negli ultimi vent’anni il popolo italiano si è lentamente ma inesorabilmente tramutato in “pubblico di uno spettacolo teatrale”. Molti sono convinti che chi ponga domande scomode è nemico della società; è stato trasformato il pensiero critico in una sorta di patologia sociale, il dubbio in eresia.
Hanno creato una società che accetta passivamente qualunque “narrazione ufficiale”, anche la più irragionevole. Una società fondata sull’emergenza che attacca ferocemente coloro che osano metterla in discussione.
Non possiamo più permetterci di “spegnere la TV e dormire sonni tranquilli“: siamo tutti coinvolti, in un modo o nell’altro. Ognuno di noi ha il dovere di fare qualcosa, affinché questa gentaglia che risiede comodamente nei palazzi del potere se ne vada al più presto, dal primo all’ultimo. Il popolo sovrano ha il dovere di assicurare alla giustizia, perseguire e processare tutti coloro che in questi anni si sono macchiati di alto tradimento al popolo e alla Costituzione.
Oggi vi lascio con le parole pronunciate da “V”, protagonista del film “ V per Vendetta“, le cui frasi tanto si avvicinano a quella che è stata e quella che è l’attuale situazione socio-politica nel nostro Paese…

«Buona sera, Londra.
Prima di tutto vi prego di scusarmi per questa interruzione: come molti di voi, io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione; ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 novembre, un giorno ahimè sprofondato nell’oblio, sottraendo un po’ di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere. Alcuni vorranno toglierci la parola; sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati.
Perché? Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità. E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese.
Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c’era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere e sottomettervi. Com’è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio.
Io so perché l’avete fatto:
so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c’era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all’attuale Alto Cancelliere: Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso.
Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l’equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive.
Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 novembre. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato.»
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
Perché con questa spada “vi uccido” quando voglio
Io non perdono. Non perdono e tocco!
Athos de La Fère
